Blockchain: cos’è e perchè potrebbe rivoluzionare il mercato e le aziende

Cos’è la blockchain? Qual è il significato di questa strana parola? Come funziona e perchè sarebbe importante per le aziende?

Nonostante mi occupi di trasformazione digitale, ammetto che nemmeno a me era chiaro cosa fosse una blockchain (o la blockchain) fino a non molto tempo fa. Sì, ne avevo sentito parlare, ma la associavo a Bitcoin e criptovalute e la classificavo (grande errore!) come speculazione finanziaria.
Da un po’ di tempo a questa parte ho iniziato ad interessarmi a questa tematica e ho deciso di studiarla. Ecco una sintesi di quanto appreso fino a qui, dove evidenzio quelli che erano i miei dubbi i quali, probabilmente, potrebbero essere anche i tuoi.

Questo è un articolo introduttivo, che ha l’obiettivo di permettere a chi non conosce la blockchain di iniziare a delinearne quantomeno un perimetro. La blockchain – e lo dico senza timore di essere smentito – potrebbe realmente essere in grado di cambiare il mondo (e in parte lo sta già facendo)…
Io poi sono convinto che la rivoluzione ci sarà, ma ho preferito comunque utilizzare il condizionale nel titolo per evitare che le persone non leggessero l’articolo a causa di un titolo “clickbait“.
Ad ogni modo dicevo, la blockchain con le criptovalute sta cambiando il mondo (anche se l’aspetto finanziario è solo una sfaccettatura dell’intero sistema). Quello a cui stiamo assistendo con le criptovalute in realtà è solo la famosa punta dell’iceberg della blockchain.

Fino ad ora ho letto decine di articoli di approfondimento, seguito ore e ore di corsi e innumerevoli video su YouTube e sperimentato scrivendo del codice di prova. Ho approfondito, comparato con i concetti che avevo dalle esperienze passate e sono arrivato ad un quadro generale che voglio condividere in questo che potrebbe anche essere il primo di una serie di articoli.

La blockchain è una rivoluzione. Se hai un’azienda, sei un manager o sei un consulente aziendale (legale, amministrativo, strategico, tecnologico, comunicativo), devi sapere di cosa si tratta!

Introduzione alla tecnologia blockchain per capire cos’è

Diamo subito la risposta alla domanda: cos’è la blockchain? Ecco, la blockchain è una tecnologia. Nella sua descrizione più semplice, questa tecnologia possiamo descriverla come un database.


In realtà è molto di più di un semplice database. Da nerd, la blockchain – o almeno una classe delle sue implementazioni – mi ha ricordato Pensiero Profondo, il supercomputer di Guida Galattica per Autostoppisti che ha fornito la risposta alla “Domanda Fondamentale sulla Vita, sull’Universo e Tutto quanto”.
Ma questa era una semplice divagazione e “un amo” per catturare l’attenzione di chi condivide la passione per un certo tipo di letteratura.
Noi andiamo avanti a considerare la blockchain come un database.


La blockchain è uno strumento software, un programma, che utilizziamo per memorizzare dei dati.

Ora dirò una cosa che farà cadere i capelli a qualche tecnico che dovesse leggere questo articolo, ma per far comprendere il concetto a tutti, diciamo che puoi immaginarti la blockchain come qualcosa che memorizza i dati su un semplice file di testo. Ecco, il “database”, il file dove memorizzi i dati, puoi considerarlo come un file di testo.

Non voglio in questo articolo andare troppo in profondità, ma è chiaro che con un titolo che promette rivoluzioni industriali, non posso limitarmi a paragonare la blockchain ad un file di testo.
Non posso rispondere alla domanda “cos’è una blockchain?” con “un file di testo”.

Ti darò quindi ulteriori elementi e per farlo dividerò ora il resto dell’articolo in due parti.
Una prima parte dedicata alla tecnologia appunto, dove ti darò qualche informazione generale, ma che ti permetterà di farti un’idea della tecnologia di cui stiamo parlando.

E una seconda parte dedicata agli aspetti più sociali. Agli impatti di questa tecnologia. Perchè è una rivoluzione? Perchè le aziende sono interessate? Anche qui, saranno considerazioni di natura generale, ma che ti permetteranno di iniziare a capire come una tecnologia, un semplice database, possa avere impatti così vasti.

Così, ti ho detto cosa troverai di seguito. Il mio suggerimento è di leggere tutto, ma nel caso gli aspetti tecnologici non siano di tuo interesse, puoi saltare tranquillamente a quelli sociali.

Prima parte: la tecnologia

Detto che si tratta fondamentalmente di un database, aggiungiamo a questo database (semplice in qualche modo come un file di testo) due caratteristiche: è distribuito ed è immutabile.

E vediamo ora perchè queste due caratteristiche sono così importanti.

Ah, e come già dicevo nella premessa iniziale, casomai avessi sentito parlare di blockchain da qualcuno che parlava di bitcoin o altre criptovalute, non preoccuparti. Prima della fine di questo articolo, vediamo anche questo.

Proprietà #1: distribuito

Cos’è la blockchain? È una tecnologia distribuita

Dicevamo, la prima proprietà è che questo software e il database che gestisce sono distribuiti. Non è in esecuzione solo su un computer, ma su tanti computer differenti, chiamati nodi della rete. Da notare che ogni nodo esegue la stessa versione del software e gestisce gli stessi identici dati.

Considera che uno degli scopi principali del software è proprio di fare in modo che ogni nodo abbia la stessa identica copia di dati.

Quali sono i vantaggi? Ce ne sono diversi, ma per dirne uno, il fatto che i nodi siano distribuiti rende la rete più solida. Non si tratta di un concetto nuovo, anzi.

Tutti i siti web e i servizi più grandi sono già oggi distribuiti. La stessa Internet è nata come sistema distribuito, in grado di poter funzionare anche laddove uno più server (che non sono altro che nodi) avessero avuto dei problemi per cause naturali, tecniche o umane.

Ma come vedremo, è il modo con cui sono gestiti questi nodi a fare della blockchain qualcosa di nuovo.

Proprietà #2: immutabile

Cos’è la blockchain? È una tecnologia con un database immutabile

La seconda proprietà è che il database è immutabile.

Coooosaaaa? Immagino che questo non ti torni. Qual è il vantaggio di avere un database immutabile?
Ecco, il database non è immutabile nel senso che non può cambiare in assoluto.
È immutabile nel senso che una volta che su quel database viene scritta un’informazione, questa non può più essere modificata.

Quando ho iniziato ad approfondire questo concetto, sinceramente mi aspettavo di trovare questa proprietà implementata con qualche riga di codice.
È normale no? Quando studi/esplori qualcosa di nuovo, cerchi sempre di riportare questo concetto a qualcosa che ti risulta famigliare.
Qui parliamo di software e di database (due cose con le quali ho lavorato per oltre 15 anni) pertanto mi aspettavo che l’immutabilità fosse fondamentalmente data da alcune istruzioni software che impedivano di modificare i dati.

E invece no!

Questo è difficile da capire senza approfondire (e per non trasformare questo articolo in un libro, non lo approfondirò qui), ma l’immutabilità è una caratteristica data da come vengono scritti i dati sul database.

La metafora più semplice che puoi usare è quella della tavola di pietra. Immagina che i dati vengano scritti sulla pietra.
Quante volte magari avrai usato questa espressione… “dai, dopotutto, non lo scriviamo mica sulla pietra!”. Ecco, in questo caso invece è proprio come se stessimo scrivendo sulla pietra. Se lo scrivi, non lo cancelli più… e se provi a cancellarlo (ma non puoi per tutta una serie di protezioni del sistema) quel tentativo si vede… e quindi non lo fai. Perchè? Per quello che dicevo al punto precedente.
Tu non puoi cancellarlo, ma anche ammesso di riuscirci (ti ho già detto che non ce la fai?) gli altri nodi se ne accorgono e ripristinano la modifica.

Questa semplice caratteristica è una delle iù importanti, in grado di abilitare tutta una serie di funzionalità che semplicemente con altre tecnologie non si possono implementare.

Proprietà #3: decentralizzato (e cosa c’entra Bitcoin)

Cos’è la blockchain? È una tecnologia con una governance decentralizzata

Come la proprietà 3… non dovevano essere 2? Sì, ma non volevo spaventarti ?. È importante evidenziare anche questa terza proprietà: la decentralizzazione.
Quando diciamo che un database è distribuito, facciamo riferimento al fatto che i nodi siano geograficamente sparsi nel mondo.
Quando diciamo che un database è decentralizzato invece, facciamo riferimento al fatto che i nodi NON siano gestiti da un’entità centrale.

Non c’è nessuna Amazon, Microsoft, Google, Facebook, Cisco, Governo, Banca Centrale o altro ente che controlla il database e la rete. La rete è trasparente e nessuno è in grado di censurarla o controllarla in maniera unilaterale.

Il controllo è codificato nel software. Sono righe di codice che controllano il comportamento della rete. Codice ovviamente scritto da persone e pur tuttavia, nemmeno chi scrive il codice ha l’autorità per applicare delle modifiche in maniera unilaterale.
La blockchain è come se fosse un organo sociale e le modifiche vengono applicate secondo procedure decentralizzate.
Può suonare come idealistico o utopistico, ma non posso che dirti che ci sono delle basi solidissime che reggono tutte queste proprietà.
È diverso da come siamo abituati a vedere le cose? Sì (dove sarebbe la rivoluzione altrimenti).
È una bolla che esploderà a breve? No.

Aggiungo un punto ora che ti permetterà di fare un passo avanti nella comprensione.

Una tecnologia come la blockchain, con le caratteristiche di cui ti ho parlato, non era possibile prima del 2008.

Perchè?
Perchè nel 2008 è stata trovata la soluzione ad un problema matematico che fino ad allora non era stato possibile risolvere.

Ecco. La risoluzione di quel problema ha permesso la nascita di una tecnologia che prima non era possibile (per quanto teorizzata in alcune parti già 20 anni prima).

E quella soluzione – ed ecco il punto di collegamento che può cominciare a farti capire meglio il quadro attuale – è quella che è alla base di Bitcoin.

moneta di bitcoin
Cos’è la blockchain? È la tecnologia alla base di Bitcoin

Già, Bitcoin nasce grazie ad una nuova soluzione matematica (o meglio, una soluzione ad un problema matematico). Ma poco dopo si è capito che quella tecnologia, la blockchain appunto, poteva essere utilizzata anche in contesti differenti e non solo per Bitcoin.

La crittografia

Giusto per i più curiosi che volessero capire meglio la blockchain cos’è. Alla base dell’immutabilità dei dati e della sicurezza della rete si trova la crittografia.

home page di amazon.it con lucchetto per la crittografia
La crittografia è presente spesso anche quando navighi un sito web


I dati nella blockchain sono crittografati. Anche se non sai di che si tratta, hai già familiarità con la crittografia. È quella tecnologia che si attiva quando nel tuo browser web vedi il lucchetto durante l’acquisto con carta di credito (e per la verità lo vedi anche con questo sito web) o quella utilizzata da Whatsapp o Telegram per proteggere le conversazioni.

I dati sono crittografati e memorizzati in pacchetti e ogni pacchetto (chiamato blocco) contiene un riferimento al pacchetto precedente. È un po’ come se si stesse lavorando a maglia con i ferri.

Una possibile rappresentazione dei blocchi della blockchain. I blocchi sono memorizzati in modo tale che sia praticamente impossibile modificarli

I dati sono “lavorati” in modo tale da essere collegati gli uni agli altri (ecco perchè si chiama blockchain o “catena a blocchi“). Ed è proprio questa particolare struttura uno degli aspetti che contribuisce all’immutabilità e alla sicurezza.

Ma se i dati sono immutabili, il fatto che gli altri nodi possano ripristinare il dato potrebbe generare confusione. Perchè mai avrei bisogno di ripristinare il dato se ti ho detto che non lo puoi modificare?

Anche qui, la risposta a questa domanda richiede diversi approfondimenti. Ma diciamo che è una protezione contro gli hacker.


Vedi, questa tecnologia è stata progettata fin dall’inizio nell’ipotesi che degli hacker o gli stessi nodi della rete possano agire in violazione delle regole che la rete si è data.

Cos’è la blockchain? Una tecnologia che utilizza anche la crittografia per proteggersi dagli hacker

Dopotutto è una rete decentralizzata, senza un entità di controllo centrale che stabilisca chi e cosa possa scrivere. È stato quindi necessario trovare il modo di far funzionare in modo sicuro un database decentralizzato (è proprio questo il problema al quale si è trovata la soluzione nel 2008).
Ti basti questo pertanto per ora: la blockchain è sicura.

Seconda parte: gli aspetti sociali

La blockchain è una tecnologia che sfrutta anche delle componenti sociali

Una delle cose che ho trovato più affascinanti e che richiedono uno sforzo in più per essere comprese, è che questa sicurezza non è legata solo alla tecnologia, ma a tutta una serie di dinamiche (sociali, economiche, culturali ed etiche) che riescono a renderla stabile.

Ed è proprio questo aspetto che la rende così interessante da approfondire (e così complessa).

A mio avviso la blockchain – e qui ci metto del mio – è definibile come una tecnologia sociale. Per comprenderla non è sufficiente capirne gli algoritmi che la costituiscono.

Quella parte per un tecnico è semplice (attenzione, non banale!).
Ci sono dei manuali o delle procedure codificate. Le studi, fai delle prove… fine.
Come in un ingranaggio di un orologio, una piccola modifica da una parte si ripercuote meccanicamente dall’altra.

Con la blockchain non c’è solo questo. C’è tutta una parte di letteratura dedicata ad analizzare le possibili modalità di attacco alla rete e le dinamiche – sociali, economiche, culturali ed etiche appunto – per le quali questi attacchi falliranno.

E non ti parlo di attacchi che sfruttino l’ingegneria sociale. Non si tratta di sottrarre le credenziali a nessuno poichè semplicemente non c’è nessun amministratore e quindi alcuna password da rubare per modificare i dati.

La protezione e la stabilità della rete, non è data quindi solo da una componente tecnologica, ma anche da una componente sociale.

Davvero, questo è un altro aspetto che apre a tantissime discussioni ed approfondimenti, ma al quale necessariamente non posso che accennare.

Tuttavia, considerando valido l’assunto che la blockchain sia sicura e che i dati al suo interno siano immutabili, in questa seconda parte voglio presentarti qualche esempio di applicazione della tecnologia blockchain.
Esempi che ti permetteranno di comprendere meglio il perchè sia una rivoluzione. Il perchè cambierà il mondo e il perchè le aziende dovrebbero iniziare ad interessarsi ad essa.

#1 – Bitcoin e le criptovalute

La blockchain è la tecnologia alla base delle criptovalute

Bitcoin è la prima applicazione della blockchain. Dopo bitcoin sono nate altre criptovalute, chiamate generalmente altcoin o “monete alternative” (sì, esiste bitcoin da una parte e tutte le altre, che sono arrivate dopo, sono altcoin… vedi alle volte il vantaggio di arrivare per primi sul mercato? Ne sanno qualcosa Scotch, Scottex, Pullmann, Borotalco, Jeep, K-way, Post-it e Rimmel).

Comunque la blockchain non è bitcoin nè tantomeno una delle numerosissime criptovalute che dal 2008 si sono moltiplicate e che alla data di pubblicazione di questo articolo sono oltre 9.500… dove 9.500 è il numero di quelle tracciate, perchè ci sono tante monete che stanno nascendo o che in qualche modo non sono ancora tracciate.

Perchè bitcoin e le criptovalute sono menzionate come un aspetto sociale? Perchè l’economia reale, quella di tutti i giorni e aspetto fondamentale della nostra società, è destinata a cambiare.
Sta già cambiando.

Convertendo in dollari americani (USD) il valore di tutte le criptomonete attualmente esistenti, sommando cioè il valore dei circa 18 milioni di pezzi di bitcoin, dei 115 milioni di pezzi di ethereum e così via (e con “pezzi” mi riferisco a quello che potrebbe essere proprio la moneta, intesa come oggetto fisico, anche se ovviamente qui di fisico non c’è nulla) si ottiene quello che si chiama Market Cap ossia la capitalizzazione del mercato.
Quanto “vale” cioè il mercato delle criptovalute ad inizio maggio del 2021? Vale 2.182 miliardi di dollari. (duemila cento ottantadue miliardi). L’ho scritto con il punto tra il 2 e il 182 per semplificare la lettura.
Ma nessun dubbio. Quello è solo il separatore delle migliaia. Parliamo di oltre duemila miliardi di USD (1.815 miliardi di euro).

La capitalizzazione del mercato delle criptovalute
Fonte: coinmarketcap.com (2021-05-02)

Difficile da apprezzare questo numero per chi non è un addetto ai lavori. Ecco allora che ci vengono in aiuto dei confronti. Se è tanto o poco, ce lo può far capire il confronto con altri elementi che ci sono in qualche modo più familiari. O comunque, anche laddove non ci fossero familiari, basta capire il valore dei beni più capitalizzati per capire di cosa stiamo parlando.

In altre parole, quanto è grande, il “mercato” più grande? E quanto dista da questo, il mercato delle criptovalute?

Considera che l’asset con la maggior capitalizzazione è l’oro (non per nulla è considerato il “bene rifugio”) con 11.236 miliardi di dollari.
Seguono poi Apple, con 2.207 miliardi e Microsoft con 1.889 miliardi.
Ovviamente non è corretto confrontare la capitalizzazione di tutto il mercato delle criptovalute con singoli asset.
All’interno dell’intero mercato delle criptovalute, prendiamo quindi la valuta più capitalizzata, quella cioè con il valore circolante maggiore.
Ecco che bitcoin da sola si trova attualmente in ottava posizione con 1.055 miliardi di dollari (o 1,055 USD trillion come indicato in figura… qui sì con la virgola), proprio dopo l’argento con 1.416 miliardi di dollari.

Classifica degli asset (metalli, azioni, criptovalute, ecc) per capitalizzazione di mercato.
Fonte Infinite Market Cap (2021-05-02)

La seconda criptovaluta per capitalizzazione è poi quella di Ethereum che attualmente si trova in 31a posizione con 331 miliardi di dollari.

È innegabile quindi che stia accadendo qualcosa. E questo qualcosa ha delle solide basi.
Sebbene nel mercato delle criptovalute in questa fase, siano presenti tantissime bolle speculative destinate ad esplodere, questa applicazione della blockchain – la criptovaluta – è destinata a rimanere e a stravolgere il mercato.

Ed è destinata a rimanere perchè è sicura. Perchè se scrivo sulla blockchain che acquisto bitcoin per 1.000€, quella quantità di bitcoin rimane sulla blockchain in maniera sicura.
Se trasferisco la metà di quei bitcoin a Giovanni, entro 60 minuti Giovanni avrà la metà dei miei bitcoin e a me resterà l’altra metà. Sempre, in qualsiasi giorno dell’anno, a qualsiasi ora e ovunque si trovi Giovanni nel mondo.

In tanti hanno provato ad attaccare la rete di Bitcoin (e con tutto quel valore puoi immaginare anche tu in quanti ci provino tutt’ora), ma ha sempre resistito.
Certo, questo di per sè non è garanzia di affidabilità.

L’affidabilità è data dalla struttura e dal design del progetto. Dal fatto che sia open source e che tutti possano studiarlo e comprenderlo. Ma questa resistenza agli attacchi, da un lato è una prova sul campo della validità del progetto stesso e dall’altro un elemento rassicurante che sta portando sempre più aziende e fondi di investimento ad acquistare bitcoin (ed eventualmente anche altre criptovalute).

Non ho parlato degli impatti delle criptovalute su banche e assicurazioni ad esempio, ma sono tra i soggetti che potrebbero essere travolti da questa applicazione.
Qui in particolare si parla de DeFi (segnati questo nome perchè ne sentirai parlare sempre più spesso). DeFi [de-fai] sta per “decentralized finance” (finanza decentralizzata) e con questo termine si identificano tutti quei servizi che oggi vengono erogati ad esempio dalle borse valori o dalle piattaforme di trading (compravendita di titoli, futures e prodotti finanziari in generale) e che sono invece basati ora su blockchain.

Qualcuno paragona bitcoin all’oro

Qualcuno paragona addirittura bitcoin al nuovo oro. Un asset cioè non speculativo, ma utilizzato proprio per proteggere i propri risparmi. Se questo sia vero o meno non spetta certo a me dirlo. Ma che il valore di bitcoin sia destinato a crescere e di molto (per quanto sia probabile che nel medio-breve possa anche scendere e non di poco) è qualcosa che ritengo molto probabile per tutti gli aspetti che stanno dietro a Bitcoin.
E, come ho imparato essere una prassi in questi casi, è opportuno evidenziare il fatto che questo non è un consiglio finanziario!

#2 – Supply chain

Bene, smarcato il tema Bitcoin che certamente poteva in qualche modo essere familiare a qualcuno, vediamo quali altre applicazioni della blockchain potremo trovare in futuro. Continuiamo quindi questo percorso per comprendere meglio cos’è la blockchain.

Nota che lo sviluppo di queste applicazioni è già in corso. Esistono già oggi quindi delle soluzioni in diversi settori, così come esistono le criptovalute per il settore finanziario.
Tuttavia, essendo delle soluzioni così travolgenti (disruptive direbbe qualcuno), in grado di cambiare lo status quo, la loro applicazione richiede tempo che va oltre a quello necessario allo sviluppo tecnologico.

La blockchain può essere utilizzata efficacemente per ridurre i costi della catena di fornitura

La prima di queste soluzioni riguarda la supply chain. E ti dirò. Dal punto di vista funzionale la blockchain applicata alla supply chain non apporta novità rispetto alle soluzioni attuali. C’è chi sostiene che quello che si può fare con la blockchain nell’ambito della supply chain lo si ottenga già oggi con le tecnologie a nostra disposizione.
In realtà però cambiano (e molto) i costi di acquisizione di queste informazioni e i soggetti coinvolti. È un po’ come se le banche dicessero che quello che si può fare con le criptovalute lo si può già fare oggi con le valute nazionali. A livello funzionale parliamo sempre di scambio di valore… è tutto il resto che cambia.
Prendiamo la confezione di caffè che trovi sullo scaffale del supermercato.

Oggi, da consumatore, per sapere da dove arrivi il caffè che stai acquistando, puoi leggere l’etichetta o inquadrare un eventuale QR code che rimanderebbe ad una pagina web, scritta verosimilmente dal produttore del caffè, che ci racconterebbe che quel caffè proviene da una certa area geografica, coltivato secondo certi valori etici, ecc ecc.

La blockchain permette di tracciare le stesse informazioni legate alla catena di fornitura. Quello stesso QR code però non rimanderebbe ad una pagina web scritta da una persona, ma alle effettive movimentazioni del prodotto. Movimentazione che, una volta registrate, non possono più essere modificate. Tutti i passaggi tracciati… un po’ come quando consultiamo lo stato della spedizione che dobbiamo ricevere dal sistema di tracciamento del corriere.
So che potresti avere tanti dubbi, soprattutto da consumatore finale. Per semplicità ora, pensa alle grandi produzioni, con i sistemi automatici, che ricevono il caffè in ingresso e lo confezionano. Su ogni confezione può essere applicato il qr code che rimanda a quello specifico lotto.
Quando cambia il lotto, automaticamente viene stampato un QR code differente e così via.
Ma a te, consumatore finale, arrivano informazioni che sai che non sono state modificate. Potenzialmente le stesse informazioni che si potrebbero presentare anche oggi, ma con in più un livello di fiducia molto superiore.

La filiera alimentare, quella farmacologica e la produzione manifatturiera sono esempi di settori che trarranno grandi benefici dalla supply chain basata su tecnologia blockchain.

#3 – Marketing e pubblicità

Potevo esimermi dal parlarti di marketing? Certo che no! Come cambierà il mio lavoro nei prossimi anni? Beh, potenzialmente tantissimo, per quella che è la parte di advertising quantomeno.

Tutto il mondo che oggi è regolamentato dal GDPR in Europa (o CCPA in California, o ancora LGPD in Brasile) oltre che alla Cookie Law… tutti aspetti che ho trattato ampiamente sul mio canale (con un corso gratuito sul data-driven marketing e una serie di video sulla situazione del GDPR in Italia).

Ecco, quel mondo è molto probabile che cambierà drasticamente.
Perchè? Beh, seguimi… è abbastanza semplice da capire.

Te lo spiego con un semplice esempio.
Stai navigando su un sito e compili un modulo per chiedere informazioni, lasciando dati come il nome, l’email, il numero di telefono e la città.

Il web attuale prevede di inviare una copia dei nostri dati ad ogni server

Nel concreto, stai dando una copia dei tuoi dati all’azienda che vuoi contattare, la quale li memorizzerà sui propri sistemi informativi e li tratterà in accordo al documento di privacy policy che ha pubblicato.

La tecnologia che utilizziamo oggi, Internet per come la conosciamo oggi, non offre un’altra possibilità. I dati vengono copiati sul server.
E con ogni azienda che contatti, il processo si ripete. Dopo 10 aziende, i tuoi dati saranno presenti – duplicati – su 10 server differenti.

Ogni server appartiene ad un’azienda differente, la quale ci garantisce che li tratterà nel modo “corretto”. Il GDPR (e la legge sulla privacy prima) nasce come sovrastruttura legislativa che ha l’obiettivo:

  1. di definire cosa sia corretto (non lo decidiamo noi, lo decide qualcun altro, del quale però ovviamente ci fidiamo)
  2. di fare in modo che le aziende rispettino le regole

Il punto è questo. Questa sovrastruttura legislativa nasce da una carenza tecnologica.

Perchè esiste il GDPR?

La tecnologia di per sè permette alle aziende di utilizzare i dati anche in modo illecito, rivendendoli ad esempio a chi abbia bisogno di identità reali per alimentare i bot che influenzano poi le decisioni politiche.

È lo stesso concetto del codice civile o penale.
Le persone, se vogliono, possono fare del male ad altre persone. Non abbiamo scritto nel DNA che non possiamo farlo. La società si è evoluta costruendo delle convenzioni che limitassero questi comportamenti. Su queste convenzioni si sono costruite poi quelle sovrastrutture che chiamiamo leggi, composte da deterrenti per il comportamento anticonvenzionale.
Sai che non devi rubare, ma non c’è nulla che ti impedisca di farlo.
La legge di disincentiva a farlo.

Ecco, semplificando di molto, la blockchain è una tecnologia che permette ad ogni persona di fornire i propri dati alle aziende (i propri dati, non una copia) e al tempo stesso impedisce alle aziende di usare questi dati in modo illecito.
È la tecnologia che lo impedisce, quindi non hai più bisogo di fidarti delle aziende e non servono nemmeno più complesse regolamentazioni come il GDPR per disincentivare il comportamento illegale.

Perchè non abbiamo leggi che ci impediscono di tornare indietro nel tempo e di cambiare il corso della storia?
Non le abbiamo semplicemente perchè non servono.
Nessuno può tornare indietro (Dottor Strange e Terminator a parte).
Allo stesso modo, quando la blockchain verrà utilizzata anche per il web e il marketing, non ci sarà più bisogno di leggi che regolamentino la privacy.
Emergeranno sicuramente altre problematiche delle quali in questo momento non abbiamo la percezione, ma la privacy non sarà più un problema.

Come cambierà la pubblicità

Uno degli aspetti sui quali ci saranno i maggiori impatti è quello appunto della gestione dei dati personali. Tutto questo sempre che ovviamente le persone vogliano proteggero i loro dati. Tuttavia ritengo che la volontà delle persone possa controllare solo la velocità del cambiamento.
Nel 1995 quante persone avrebbero preferito consultare un sito web anzichè una copia delle pagine gialle? Eppure i siti web sono comunque arrivati.

Qui è lo stesso. Le cose cambieranno e le persone possono in qualche modo controllare quanto velocemente farle cambiare.

Cosa accadrà in concreto tuttavia, è ancora da definire con precisione, sebbene ci si stia già lavorando.

Non è detto che le persone non saranno più profilate, ma se lo saranno, è perchè staranno vendendo i propri dati.
Già oggi esiste il browser Brave (io lo sto usando da un po’) che dal punto di vista della navigazione è esattamente come Chrome di Google (infatti il motore di rendering – quella parte del browser che si occupa di disegnare le pagine sullo schermo del computer – è proprio lo stesso di Chrome).

Il browser brave paga gli utenti che guardano la pubblicità

Tuttavia Brave, oltre a limitare i tracker (cosa che già fanno altri browser come Edge e Firefox come ti ho raccontato qui… lo fa anche lo stesso Chrome ora) permette anche di ricevere pubblicità ad intervalli regolari.

E di essere pagato per visualizzare questa pubblicità.
Peraltro la ricompensa è in BAT, una delle criptovalute di cui parlavo prima, ma che non tratto qui.

No, non ci si arricchisce con Brave. Però è l’approccio a segnare un cambiamento netto.
Non sono più le aziende che decidono di mostrarti la pubblicità (per quanto profilate e in linea con i tuoi interessi), ma è l’utente che decide se e quando guardarle.

Da professionista direttamente coinvolto ritengo che sia un passaggio importante in grado davvero di segnare una svolta.
Personalmente da utente, sono favorevole alla profilazione della pubblicità, poichè preferisco ricevere informazioni in linea con i miei interessi.
Tuttavia il sistema della pubblicità online oggi non va più bene.

Leggi su leggi e sistemi che hanno il solo obiettivo di regolamentare una situazione che gestisce tantissimi soldi e che è quantomeno opaca nelle procedure. Non dobbiamo gettare il bambino con l’acqua sporca.

Non è il modello della pubblicità profilata a non funzionare, ma l’abuso che si fa della profilazione e in particolare l’uso improprio dei dati che vengono raccolti (o quantomeno il rischio che si crea per il semplice fatto di avere così tanti dati in un unico punto).

Con la blockchain gli utenti avranno maggiore controllo dei propri dati e la tecnologia semplicemente non permetterà di sottrarre questi dati. Io concedo i miei dati all’azienda. Io li posso rimuovere in ogni momento.

Il marketing e la pubblicità cambieranno di conseguenza. E anche il web in generale lo farà. Si parla già di web 3.0 infatti, ma altro argomento per un nuovo articolo.

#4 – Governance e votazioni

Ultimo aspetto che ti voglio evidenziare in questo articolo è quello della governance e delle votazioni in generale.
La governance è un tema centrale con la blockchain, poichè tocca appunto la gestione stessa del sistema.
Questo tema si estende alla gestione delle organizzazioni di persone tant’è che si sono già create vere e proprie aziende, con obiettivi ben specifici come quello della “raccolta fondi per finanziare startup“, che avevano regole ben codificate e sistemi di governance automatici.

L’estensione del concetto di governance è quello della votazione in generale.

La raccolta di voti, anche in ambito democratico. Nella vita politica di un paese.

Qualche esperimento in tal senso c’è già. La sfida in questo caso è l’equilibrio, apparentemente inconciliabile, tra la garanzia della raccolta del voto (poter verificare che Mario Rossi abbia votato) e la segretezza del voto (non poter risalire al voto di Mario Rossi).

Trustless

Ancora una volta, tutto questo non deve essere fatto tramite un ente che garantisca che “andrà tutto bene”.
Anche laddove questo ente fosse il governo o un entità non governativa che funga da garante, ricadremmo comunque sempre nella situazione di cui ti ho già parlato nel punto precedente. Ricadremmo – anzi, ricadiamo, dato che è la situazione attuale – in un contesto nel quale servono leggi e terze parti che controllino che tutto si svolga secondo le regole. Perchè il sistema permette di farlo.

Perchè tutto funzioni, abbiamo bisogno necessariamente di fidarci del sistema. E se questo nella maggior parte dei casi magari può andare bene (non è vero, ma cerchiamo di essere ottimisti), sarebbe comunque meglio poter utilizzare un sistema che non richieda la fiducia negli altri.

Un sistema che, poichè è stato progettato per non permettere a nessuno di comportarsi in modo sbagliato, non ci richiede nemmeno di doverci fidare degli altri.
Se mai ti capiterà di approfondire il tema della blockchain, in qualsiasi ambito, non solo in quello della governance, vedrai che la blockchain ti verrà presentata anche come un sistema trustless.
Il significato di trustless (senza fiducia) è quello che ti ho appena descritto. La blockchain è un sistema trustless nel quale non hai bisogno di fidarti degli altri per interagire. E non ne hai bisogno perchè semplicemente il sistema non permette di violare le regole.

Votazioni sicure

Tornando al tema delle votazioni, il punto qui è che semplicemente la tecnologia non permette di risalire all’identità del votante, pur garantendo la validità del voto.
E pur permettendo la verifica del voto.
In altre parole, Mario Rossi deve poter verificare che il suo voto, quello che è stato registrato, sia quello che ha effettivamente espresso, ma solo lui deve poterlo fare.
E la verifica deve offrire a Mario Rossi un’informazione certa.

Tutti gli altri vedranno quel voto come regolare, ma anonimo. E d’altra parte devono essere certi che quel voto – anonimo da tutti gli altri punti di vista – sia un voto espresso da un avente diritto.
Non un voto di un bot quindi o uno dei voti che Mario Rossi ha illecitamente espresso ripetutamente.
Questo è un altro punto molto interessante che voglio approfondire meglio in futuro.

Avrebbe ricadute positive in tantissimi ambiti.
Quanto costano le elezioni? Quanto tempo passa tra il momento delle elezioni e i risultati? (si veda l’ultima elezione in USA e lo strascico Biden-Trump durato settimane).
Quante persone sono impossibilitate a votare per diversi problemi (fisici, logistici, personali), ma voterebbero se ne avessero la possibilità?

Certo, far votare gli azionisti per decidere se l’azienda debba investire nelle energie rinnovabili è ben diverso dalla gestione delle elezioni democratiche di una nazione… ancora una volta però la tecnologia si sta muovendo, vedremo quale sarà la reazione della società tra le forze che spingeranno a favore del cambiamento e quelle che invece si opporranno con fermezza.

Intanto le grandi società per azioni, dove gli azionisti hanno diritto di voto, possono beneficiare con maggiore semplicità di questa innovazione. Poi si vedrà.

Conclusioni. Cos’è quindi la blockchain?

Spero di averti quantomeno incuriosito e di averti permesso di costruire un quadro generale di cosa sia la blockchain e delle sue potenzialità.
Ti ho parlato degli aspetti tecnologici e di alcune delle caratteristiche principali della blockchain (distribuita, immutabile, decentralizzata e, nella parte finale, ho aggiunto anche trustless).

Ti ho presentato alcuni esempi di applicazioni di blockchain.
Partendo dalla prima, Bitcoin, e dall’esplosione delle criptovalute, passando poi ad altri ambiti come la supply chain, il marketing e la pubblicità (e lo stesso web con il web 3.0) fino alla governance e alle votazioni.
E nonostante questo lungo articolo, non solo gli argomenti che ti ho presentato sono stati trattati solo in superficie, ma non ti ho parlato di molti altri aspetti che rappresentano altrettante opportunità per le aziende, i mercati e le persone.

Non ti ho parlato degli smart contract (programmi che vengono eseguiti sulla blockchain), della gestione dell’identità delle persone (il documento d’identità sarà un lontano ricordo?), degli impatti della blockchain sull’IoT (e di quella che è l’attuale corsa a sviluppare la blockchain in grado di gestire il maggior numero di transazioni al secondo) di mining, di aspetti etici e di ambiente. Insomma, c’è tantissimo di cui parlare ancora.

Se hai letto tutto con interesse e attenzione, è molto probabile che in questo momento tu abbia molti più dubbi che risposte.
Se anche a te piace approfondire e scavare in profondità per capire come funzionano le cose, immagino come ti possa sentire.

In questo articolo non ti ho spiegato nulla del perchè la blockchain abbia le proprietà che ti ho descritto.
Perchè i dati sono immutabili? Come fa la blockchain a resistere agli attacchi degli hacker?
Insomma, alla fine è pur sempre un software. Come è possibile che abbia tutte queste caratteristiche di sicurezza, quando ancora oggi le aziende, anche le più grandi, stanno subendo attacchi e perdendo i dati degli utenti?
Beh, queste in realtà sono le domande che mi ponevo io e alle quali ho trovato risposta approfondendo il materiale che ti lascio tra i riferimenti.

Tutti i cambiamenti richiedono tempo per essere adottati. Per la blockchain non sarà diverso, ma ricorda che la tecnologia esiste dal 2008 e in questo tempo ha già dimostrato la sua validità.
Fino ad oggi è riuscita a generare un mercato – nel solo ambito delle criptovalute – che vale complessivamente più di Microsoft o di Amazon.

Il punto è che si parla solo di bitcoin (e in qualche caso di criptovalute), ma quasi mai di blockchain.
Bene, ora lo sai.

Tornerò a parlare di blockchain prossimamente. Ti invito a seguirmi su LinkedIn e sul mio canale YouTube per ricevere aggiornamenti su blockchain, marketing e trasformazione digitale in generale.

Riferimenti

Corsi

Blockchain, bitcoin e criptovalute: corso pratico completo!
Blockchain innovation manager – Corso completo
Blockchain A-Z™: Learn How To Build Your First Blockchain
Blockchain Web Development on Ethereum [2021]

Canali YouTube

Tiziano Tridico – Cryptocurrencies
Blockchain Caffè – Colazione con criptovalute e brioche
The crypto gateway – investire in criptovalute
Bitcoin and Cryptocurrency Technologies Online Course

Video YouTube

Blockchain, una catena di idee geniali
Web 3.0: The Blockchain Effect
Web3, Blockchain, cryptocurrency: a threat or an opportunity?
What Exactly is Web3? 

Articoli

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